Carlo Degrandi

 

  nato a Torino (TO)

 

  27-02-1931    † 15-03-2025 Torino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La comunità cristiana della Divina accompagna con fede il passaggio alla vita eterna di Carlo Degrandi. Siamo vicini a Piera e a Pippo, e ai familiari tutti.

Carlo nacque a Torino il 27 febbraio 1931. Nel 1960 sposò Piera Bava. Partecipò attivamente alla vita della parrocchia nelle file dellafiorente Azione cattolica del tempo.

Lavora nel settore bancario fino al 1991. La sua lunga pensione la mette fruttuosamente a beneficio della Piccola Casa della Divina Provvidenza, del carcere delle Vallette, del mondo sportivo, sempre facendo riferimento alla vita parrocchiale (dove svolge tra l'altro il servizio di lettore, e di Consigliere del CPP).

Muore al Cottolengo il 15 marzo 2025 confortato dai suoi cari e dal Sacramento dell'Estrema Unzione che riceve con fede. Riposi in pace.

 

Carlo Degrandi  1931-2025

Aveva un carattere forte, a volte persin spigoloso ma se non ti lasciavi scoraggiare da questa corazza emotiva che sovente indossava più o meno consapevolmente, alla fine si faceva in quattro per aiutarti.

Volendo fortemente sintetizzare questo era, in parrocchia come nella vita, Carlo Degrandi, per molti semplicemente “Carletto”, mancato all’affetto dei suoi cari il 15 marzo 2025 a Torino, pochi giorni dopo aver compiuto 94 anni, essendo nato il 27 febbraio 1931, sempre nel capoluogo piemontese.

Ripercorrere le tappe principali della sua vita ci porterebbe lontano, talmente vasta e poliedrica è stata la gamma di attività attraverso le quali, al di là del percorso professionale nel settore bancario, ha dipanato la propria, vulcanica voglia di fare. Sempre e comunque, apprezzando i risultati raggiunti ma quasi mai considerandoli un punto d’arrivo, piuttosto un trampolino di lancio verso ulteriori orizzonti, ancor più che traguardi.

Per questo, qui ci limiteremo ad analizzare la parte del suo instancabile operato che si è intersecata con la storia della “Divina”, non prima però d’aver ricordato e segnalato quanto da lui fatto in ambito sportivo e nel volontariato soprattutto al Cottolengo dove, quasi a chiudere un cerchio dalla forte valenza simbolica e spirituale, ha trascorso anche gli ultimi metri della sua lunga vita terrena.

Le prime… tracce di Carlo Degrandi nelle dinamiche parrocchiali risalgono agli inizi degli Anni Cinquanta quando comincia ad animare la messa della domenica mattina per i ragazzi, già col cipiglio che lo avrebbe poi accompagnato in ogni settore: quindi severo ma al tempo stesso pronto a comprendere le necessità di tutti, adulti compresi. Sì perché, se un occhio era per quei bimbi che magari si distraevano durante la celebrazione, l’altro andava subito su qualche genitore che tentava incautamente di sedersi nei banchi riservati ai fanciulli…

Nel 1955 viene costruita una nuova chiesa in via Pietro Cossa, dedicata a Santa Maria Goretti: sostanzialmente una “succursale” della Madonna della Divina Provvidenza, tant’è vero che proprio dalla parrocchia-madre vengono inviati ad avviare le varie attività necessarie sacerdoti e animatori. Tra quest’ultimi anche Carletto che lì prosegue quanto intrapreso alla Divina e contribuisce pure al “lancio” dell’oratorio prima e del teatro parrocchiale dopo, con tanto di serate di intrattenimento e commedie.

Era quello, onestamente, tutto pane per i suoi denti. Disinvolto dialetticamente e pronto a improvvisare, riempiva con le sue chiacchiere i cosiddetti tempi morti, andando come si suol dire a braccio: canzoni, barzellette, battute. Le “cronache” dell’epoca tramandano ad esempio di come una sera la ragazza che stava cantando a un certo punto non ricordasse più le parole del motivo musicale e fosse quindi molto impacciata. Nessun problema: Carletto salì sul palco, la prese per mano e le disse: “Per forza ti sei emozionata! Hai visto che la tua gonna è simile alla tovaglia che c’è sul tavolo e non hai più capito se avevano preso la stoffa della tovaglia per fare la tua gonna o viceversa…” Ovviamente tutti scoppiarono a ridere, fece seguito un lungo applauso e l’impaccio della ragazza svanì come neve al sole.

E’ in quel contesto che conosce Piera, la donna che ha poi sposato nel 1960 e con la quale, il 1° maggio 2025, avrebbe festeggiato l’invidiabile traguardo del 65° anniversario di matrimonio, se nel frattempo la vita non gli avesse presentato, poco prima, lo striscione d’arrivo. Un’unione lunga e mai banale, allietata già l’anno successivo dalla nascita di Giuseppe, Pippo per gli amici, a sua volta assiduo frequentatore della Divina. Ed è lì che Carletto torna, appena gli impegni lavorativi (per un periodo fuori Torino) glielo consentono, una volta conclusa l’opera di “avviamento” della Goretti. Diventa stretto collaboratore di don Enriore: grande intesa ma anche di tanto in tanto qualche scaramuccia, com’era inevitabile che fosse, considerato l’energico temperamento di entrambi… Il legame è comunque forte e duraturo, capace di creare frutti nei vari ambiti che di volta in volta si rivelano prioritari, Azione Cattolica compresa.

Verso la fine degli Anni Novanta e l’inizio del Terzo Millennio, la vulcanicità di Carlo Degrandi si estende come già detto ulteriormente, laddove lo porta l’impegno nel mondo cottolenghino: merita particolare risalto il suo ruolo di volontario nel Carcere Lorusso e Cutugno di Torino e il successivo incarico di delegato dell’Ufficio Pio del San Paolo che gli consente di prendersi cura di molti detenuti. Ma la Divina resta nel suo cuore e nei suoi impegni: fa più volte parte del consiglio pastorale, segue con passione l’attività dell’oratorio (gli piaceva, anche già ultranovantenne, fermarsi a chiacchierare con gli animatori nel cortile della parrocchia), continua a fare le letture nelle messe e a recitare il rosario per i defunti.

Gli ultimi flashback del suo lungo rapporto con la Divina riportano a fine 2024 quando, già provato nel fisico ma tenacissimo nel non voler mancare alla messa delle 18 (prefestiva o feriale che fosse), prendeva posto nei banchi della cappella laterale e “respirava” a pieni polmoni l’affetto delle persone che lo conoscevano. Alcune andavano a salutarlo, altre gli facevano un cenno o un sorriso da lontano. Piccoli gesti di vicinanza che però per lui valevano oro e che apprezzava tantissimo. Così come avrebbe sicuramente apprezzato scoprire che la Goretti, quella Goretti che tanta parte ha avuto nella sua crescita di uomo e cristiano, stava per rafforzare ulteriormente il suo legame con la Divina, visto che da settembre 2025 avrà lo stesso parroco. Ma è bello pensare che certe notizie arrivino anche lassù…

 

Torino 9 maggio 2025                                               Pippo Degrandi